A tutti noi è successo almeno una volta nella vita di sentirsi particolarmente tristi, giù di morale o scoraggiati.
Ci è capitato di perdere l’entusiasmo o di non trovare la giusta motivazione per proseguire con la quotidianità. In alcune giornate, o periodi, poi sembra davvero che tutto vada storto, che tutto sia più faticoso e difficile. E può capitare di fermarsi a pensare che anche quelle cose che prima ci piacevano ed entusiasmavano ora non ci interessano più.
Permettimi una prima e importante considerazione: nella vita è impossibile non avere dei momenti di tristezza, e non esistono bacchette magiche.
Comunemente questi periodi di “mi sento giù” sono transitori e si risolvono brevemente e senza particolari sforzi e difficoltà.
Se, diversamente, noti che in te o in qualcuno a cui tieni:
potrebbe essere utile drizzare le antenne e valutare di rivolgersi (o aiutare la persona a cui tieni a farlo) ad un professionista psicoterapeuta.
Perché, forse, i sintomi sono un po’ più importanti rispetto ad un comune tono dell’umore basso.
Solo con la consulenza di un professionista potrai sapere se è il caso di parlare di “vera depressione” o meno, oppure di un disturbo dell’umore.
Ad ogni modo ho piacere a spendere qualche parola in più in merito, per farti capire che cosa si intende clinicamente col termine “depressione”.
Un dato: stando alle ricerche di tipo epidemiologico (che studiano le modalità di insorgenza, diffusione e frequenza delle malattie), la depressione è una condizione che interessa un sempre maggior numero di persone in tutto il mondo (circa 300 milioni secondo i dati OMS di febbraio 2017).
Da un recente studio (De Girolamo et al., 2004) si stima che circa 1,8 milioni di Italiani si trovino in una condizione di depressione e circa 6 milioni ne soffriranno o ne hanno sofferto nell’arco della vita.
Inoltre, stando ad alcuni studi, la depressione è una condizione in aumento anche nei bambini e adolescenti.
Si tratta dunque di uno dei delle condizioni più frequenti, insieme ai disturbi d’ansia che hanno percentuali di diffusione molto simili.
Il disturbo depressivo è una condizione psicopatologica complessa, che coinvolge molti sistemi del corpo (incluso il sistema immunitario) e della mente, ovviamente.
E’ una situazione che provoca molta sofferenza sia a chi ne soffre sia alle persone più vicine e che se ne prendono cura.
Come già accennavo all’inizio, ognuno di noi sperimenta situazioni di “tristezza occasionale” (gli anglofoni parlano di “occasional blue mood”).
La depressione è qualcosa di più e di diverso: è una esperienza pervasiva di pensiero negativo ripetitivo e ricorrente (si parla non a caso di “ruminazione”); con un atteggiamento (verso sé stessi e il mondo circostante) cupo e negativo anch’esso. Comporta un significativo calo e mancanza di energie. In tal senso, interferisce con la concentrazione, la motivazione e molti altri aspetti della vita quoidiana.
Non è un segno di “debolezza personale”, o una condizione che si può “far sparire come per magia”.
Ricapitolando: la depressione è una variazione dell’umore che si manifesta con:
a cui può accompagnarsi
A livello comportamentale spesso la persona
Per la sua complessità, una piena comprensione della depressione è stata fin ora abbastanza sfuggente.
Le cause possibili che possono concorrere all’insorgere di questa condizione umorale possono essere diverse. Di certo, possono avere una grossa influenza e impatto situazioni di vita emotivamente forti come ad es. lutti, divorzi, separazioni, cambiamenti di vita inattesi o non voluti, situazioni di difficile gestione, relazioni poco soddisfacenti o mancata realizzazione personale.
Qualsiasi situazione può indurre pensieri negativi e disfunzionali in una persona ma non in qualcun altro. C’è chi reagisce molto bene ad un lutto importante e c’è chi subisce un calo dell’umore dopo aver ricevuto una critica negativa da un amico.
Il modo in cui interpretiamo la realtà è molto importante nel definire le conseguenze che subiamo. Allo stesso modo i contesti di vita, le persone che ci stanno a fianco e l’idea che abbiamo sul problema influenzano l’andamento dei nostri stati d’animo.
Sia che si tratti di ansia o depressione, occorre dunque approfondire i significati che la persona attribuisce al suo malessere, la spiegazione che si dà sul disagio e il peculiare modo di gestirlo o tentativi di ridurlo, in modo da costruire un intervento efficace e personalizzato.
Diversi studi mostrano che il trattamento più efficace è la psicoterapia ad indirizzo cognitivo, che aiuta nell’indirizzare le modalità di pensiero problematico. Al percorso psicoterapeutico possono a volte affiancarsi farmaci specifici (debitamente individuati e prescritti dal medico psichiatra di riferimento, dopo una valutazione della situazione e della persona).
Oltre a ciò, sempre maggiori sono le evidenze a sostegno del beneficio di una regolare pratica di meditazione mindfulness, da sola o combinata al percorso psicoterapeutico. Questa pratica, per le sue riconosciute caratteristiche e per l’impatto che ha sull’equilibrio mente-corpo, può contribuire a prevenire l’insorgere di condizioni depressive, o di disturbi dell’umore. Questo perché permette di sganciare l’attenzione dai pensieri negativi ripetitivi che spesso mettono in moto una “spirale emotiva” che scende via via verso il basso.
Tengo molto a chiudere queste righe con quest’ultima informazione: anche nelle situazioni più severe, la condizione di depressione è altamente trattabile. Può essere ciclica, a volte, ma un trattamento tempestivo ed adeguato può prevenire o bloccare gli episodi ricorrenti.
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